
La si nota in lontananza sia per la sobrietà che per l’imponenza, risale al XVII secolo. E’ localizzata nella contrada omonima, in prossimità del fiume Bradano. La masseria è costruita in pietra e si svolge su 3 piani: il primo ed il secondo destinati ad abitazione ed il piano terra occupati da servizi ed uffici. Nella pianta originale vi erano i magazzini per il deposito del grano e le scuderie, con pavimentazione in pietre bianche di fiume, poste per cavalli e muli, impiegati all’epoca nel lavoro dei campi e per il trasporto. Il terremoto nel 1980 provocò danni di un certo rilievo, ma un accurato restauro ed un adeguata manutenzione ne hanno restituito l’originaria bellezza. La masseria è di proprietà della famiglia Schiavone Panni, che la abita per alcuni mesi all’anno continuando a gestirla, ormai da quasi 500 anni i fondi situati nella valle ai piedi del borgo, Acerenza, posto ad 800 s.l.m., su una rupe arenaria , cantato anticamente da Orazio, e colonia romana nel periodo repubblicano e
“municipium“ in quello imperiale. I Panni, antica famiglia acheruntina, acquistarono nel seicento, alla fine, il feudo di Acerenza per 21.500 ducati; la famiglia si estinse con Vincenzo Panni, che nel 1921 con apposito decreto di adozione trasferì il cognome e la proprietà ad Alfredo, figlio della sorella Maria Francesca, sposata con Vincenzo Schiavone.